Il Circolo alla intitolazione del Teatro di Pietrasanta al Maestro Galeotti: il maestro dimenticato e... ritrovato.

Signore e signori, autorita', buona sera.
Vi porto il caloroso saluto del Presidente, del Consiglio Direttivo e di tutti i soci del Circolo Fratelli Rosselli di Pietrasanta.
Ho avuto l'incarico di rappresentare ufficialmente il Circolo all'evento di questa sera secondo accordi di collaborazione tra il presidente Alberti del Circolo Fratelli Rosselli e il presidente Castagnini della giovane Associazione Musicale Diafonia, costituitasi nel 2017.
Il Circolo e' soddisfatto: ha raggiunto l'obbiettivo che si era prefissato fin da quando venne costituito nel lontano 1991; obbiettivo per altro comune anche ad altre associazioni culturali e musicali: far conoscere la figura del Maestro Galeotti e battersi perche' allo stesso venisse intitolato il Nostro Teatro.
Siamo poi particolarmente felici di aver esaudito il desiderio di alcuni cittadini di Pietrasanta oggi deceduti che avevano caldeggiato e favorito questo nostro stesso progetto nato quando il circolo ancora non esisteva.
Ho sentito parlare per la prima volta di Galeotti nel 1969 in casa del Maestro Vito Frazzi a Lido di Camaiore durante una piccola cena di fine estate. Frazzi era insegnante al conservatorio musicale di Firenze ed era direttore della Accademia Chigiana di Siena e tutti i fine estate organizzava una cena a casa sua per li amici della Versilia: mio padre ed il Prof. Orlandi erano sempre presenti. Non ricordo perche' quella sera ero presente anche io: ebbi la possibilita' di conoscere tante persone tra i quali il noto Leonardo Pinzauti critico musicale ufficiale per il giornale La Nazione. Ad un certo punto Il maestro Frazzi volgendo lo sguardo verso il critico Pinzauti gli rivolse queste parole: "Ricorda a questi pietrasantesi che un grande musicista lo hanno in casa e tra poco ricorrera' il centenario della sua nascita. Non so capacitarmi come Pietrasanta abbia potuto dimenticare un grande artista come Galeotti." Mentre pronunciava queste parole si alzo' da tavola si avvicino' al pianoforte ed esegui' alcuni piccoli brani presi dalle sonate per pianoforte.
Non ci volle molto per capire la validita' di quella musica: fu contemporaneamente stupore e meraviglia.
Il giorno dopo il Prof. Orlandi inizio' le sue ricerche di archivio e mi sembra che mio padre contatto' il Maestro Giorgio Magri. Costui che era stato il mio primo insegnante di pianoforte, a quel tempo aveva vinto un concorso alla sede RAI di Torino, una posizione privilegiata per la ricerca delle musiche di Galeotti.
Cercammo di coinvolgere subito l'amministrazione comunale: il tempo a disposizione era poco. Non fu possibile fare niente: l'avvenimento cadeva nel bel mezzo della campagna elettorale delle elezioni amministrative comunali e dovemmo rimandare il tutto saltando il centenario. Purtroppo poco dopo, prima mori' il maestro Frazzi, poi a distanza di mesi mio padre, ma l'idea non mori' e fu portata avanti.
Nel frattempo il maestro Magri ebbe il tempo di pubblicare due interessanti libri su Galeotti che hanno fatto conoscere ancora di piu' la vita ed il lavoro musicale del musicista dimenticato.
Cerchero' ora di esternarvi le impressioni personali che questo personaggio ha suscitato e continua a suscitare in me fin dal primo giorno che sono venuto a conoscenza della sua storia. L'interrogativo piu' recente e' stato: perche' sono stati necessari piu' di 50 anni per questo riconoscimento? Forse perche' i proponenti (e tra questi anche io) non erano riusciti a fare squadra e presentarsi con un progetto forte ben circostanziato alle autorita' competenti?...puo' darsi! Certamente pero' non ho dubbi che il ritardo sia stato causato principalmente da due fattori IGNORANZA E PREGIUDIZI.
Ignoranza nel senso di ignorare: la maggior parte dei cittadini di Pietrasanta non conosceva questo suo figlio, in pochi avevano avuto la possibilita' di conoscerne la storia, e di questi quasi nessuno aveva avuto la possibilita' di ascoltare una sola nota del maestro.
Primo pregiudizio: sapete in quanti asserivano che Galeotti da troppo tempo era andato via da Pietrasanta quindi non valeva la pena intitolargli il teatro?
Ho paragonato la vita di Galeotti a quella di Carducci. Ambedue nati a Pietrasanta ed ambedue partiti giovanissimi per motivi diversi dalla Versilia. Il Carducci la maggior parte della vita l'ha vissuta tra la Maremma e Bologna ma e' indubbio che il suo carattere versiliese sia rimasto nel suo DNA per la presenza in famiglia della famosa nonna paterna Lucia. Che questo sia vero lo possiamo dedurre anche da una lettera che il poeta scrisse ad una sua amica, forse piu' che amica la signora Carolina Cristofari Piva nella quale si legge: "Sono a Pietrasanta una bella cittadina dove esiste una piazza unica..." quell'unica non ha valore numerico ma qualitativo di amore ed affetto sintomatico di sincero attaccamento alla terra che gli dette i natali.
Non vedo perche' lo stesso ragionamento non possa essere fatto per Cesare Galeotti il quale pur avendo avuto una formazione culturale prevalentemente europea, parigina, non rinnego' mai le sue origini versiliesi, ritornando spesso quando era libero da impegni nella terra natia, forse piu' del Carducci, terra dove ancora vivevano i suoi genitori, i suoi fratelli e la sorella che tutti a Pietrasanta conoscevano benissimo.
Il secondo pregiudizio: "...ma e' un artista minore..."
Questo termine suscita in me immensa rabbia: non esistono musicisti, pittori, scultori minori, esistono artisti piu' conosciuti ed altri meno conosciuti. Un quadro puo' piacere o no, lo stesso vale per la scultura ed anche per la musica, ma tutti gli artisti nella loro specializzazione espressiva vanno ad occupare un posto specifico nel vasto puzzle artistico mondiale.
Cesare Galeotti ha scritto oltre 200 composizioni certe: molte altre sicuramente sono andate perdute soprattutto quelle composte dopo il 1914 anno del suo ritiro dalla attivita' pubblica.
Costui si puo' considerare un "minore"? Cosi' Giorgio Magri si esprime in merito al Maestro Galeotti: "Non essersi lasciato tentare dalle lusinghe innovatrici che aggredirono il linguaggio musicale durante gli anni della sua vita artistica, non aver cercato di imitare le affascinanti atmosfere create da musicisti come Debussy o Ravel ...questo e' certamente un chiaro segno di una forte personalita' artistica riconoscibile con facilita', ma tanto forte da non essere influenzata da autori che hanno segnato una svolta, anche decisiva, nel mondo musicale.
Quindi Galeotti non e' un minore...e' poco conosciuto.
Terzo pregiudizio: Qualcuno addirittura metteva in risalto, per giudicarlo negativamente come la sua unica esibizione di concertista-compositore a Pietrasanta nel lontano 1903 ebbe uno scarso successo...
Ma quanti spettatori conoscevano la musica del maestro?: il loro orecchio era preparato a recepire la sua musica in continua evoluzione? Per capire cosa voglio dire vi faro' due esempi: uno riguarda il grande Verdi. La Traviata venne eseguita per la prima volta nel 1853; cinquanta anni dopo fu eseguito per la prima volta nel 1893 il Falstaff. Le due opere sembrano scritte da due autori diversi tanto sono diverse. Il Falstaff e' la rappresentazione tangibile della evoluzione musicale del grande maestro di Busseto. Eppure questo lavoro ha impiegato molto tempo per entrare nel cuore degli amanti della lirica.
Altro esempio clamoroso di "incomprensione" musicale: La sera del 29 maggio del 1913 al Teatre Des Champs-Elysees a Parigi venne rappresentato il balletto della Sagra di Primavera con le musiche di Stravinskij. La rappresentazione sfocio' in una rissa. Gli spettatori protestavano violentemente e solo pochi difesero lo spettacolo tra questi Debussy, Ravel, D'Annunzio, Malipiero, Cocteau e pochi altri.
La musica era caratterizzata da notevole uso di dissonanze con una strumentazione basata essenzialmente sugli strumenti a fiato. Il pubblico ancora non era preparato per tanta novita'.
Oggi Stravinskij e' considerato il compositore tra i piu' importanti del Novecento che ha rivoluzionato l'orchestrazione tradizionale.
Una cosa comunque e' certa: gli spartiti della musica di Galeotti sono in tutti gli angoli del mondo...dal Sud America, alla Australia, dal nord Europa al Giappone ecc. La maggior parte delle sue composizioni sono digitalizzate, sono consultabili e scaricabili da internet.
Nel 2010 sono stati organizzati due convegni uno a Torino - teatro Regio - ed uno a Venezia - alla fondazione Giorgio Cini - in onore della storica dell'arte e musicologa Mercedes Viale Ferrero aventi come tema "Aspetto visivo del teatro in musica" (la signora Viale ha dato un fondamentale apporto agli studi teatrali e musicologi. Partendo dalla storia dell'arte ha approfondito i rapporti fra teatro musicale ed immagine scenica) I convegni contenevano un saggio della signora Gabriella Oliviero ex grande allieva della signora Viale che prendeva in esame l'aspetto visivo del teatro in musica ed era dedicato alla messa in scena scaligera dell'Anton di Cesare Galeotti.
Ma l'interrogativo piu' intrigante che piu' mi ha fatto e continua a farmi pensare e': perche' il maestro improvvisamente si ritiro' a vita privata e non si esibi' piu' nei teatri di tutto il mondo che lo avevano visto protagonista?
Forse la stanchezza? Aveva appena 8 anni quando inizio' a suonare in pubblico, negli anni aveva girato tutta Europa e poi il mondo intero...non aveva problemi economici, aveva una bella villa a Parigi una bella famiglia. Forse voleva un poco godersi il calore della stessa dopo tante privazioni. Poco credibile per un uomo che amava a dismisura la musica...comunque plausibile.
Era ricaduto in una depressione simile a quella che lo colpi' i primi anni di studio al conservatorio parigino? Sicuramente non fu cosi' grave come la precedente perche' in questo caso il maestro, come ci riferisce Giorgio Magri continuo' ad esibirsi in casa per pochi amici tra i quali la nota pianista francese Trouillebert, continuando anche a comporre.
Galeotti decorato per meriti artistici Cavaliere d'Italia dalla Regina Margherita di Savoia e della Legion d'Onore dal Governo Francese, era introdotto bene nella Parigi che contava ed e' probabile che avesse avvertito la percezione dello scoppio imminente della Grande Guerra: una personalita' sensibile come la sua, cattolico, credente dell'ama il prossimo tuo come te stesso, non poteva sopportare il dolore per la morte di migliaia di esseri umani innocenti che il conflitto avrebbe causato. E non dimentichiamo che l'Italia che gli dette i natali in questa guerra all'inizio faceva parte della Triplice Alleanza mentre la Francia, la sua terra di adozione faceva parte della Triplice Intesa.
DOMANDA: L'omaggio a Cesare Galeotti finisce intitolandogli il teatro? Secondo me no. Sarebbe come comprare un bel libro e senza leggerlo metterlo nella libreria tanto per riempire uno spazio vuoto.
Occorre intensificare l'interesse per il Maestro Galeotti: nelle vita privata verificare se esistono ancora eredi, prendere informazioni ulteriori sulla sua vita di parigino soprattutto dal 1914 in poi, ricerca di eventuali altre musiche composte sempre dal 1914, organizzare dibattiti sulla sua figura, concerti periodici infine programmare una prima delle sue opere liriche. Penso che non sarebbe male istituire un comitato con tutte le associazioni interessate a Galeotti. Comitato che si faccia promotore di quanto appena esposto.
Intervento Giovanni Mariani

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